Di giorno in giorno benedetto il Signore
Ss. TrinitàMosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione». Il Signore si presenta come colui che entra in relazione con gli esseri umani, egli non prende le distanze, ma si immerge nella storia. La possibilità di conoscerlo incontrandolo è portata a compimento nella storia di Gesù, quando una volta per sempre Dio si manifesta come colui che entra in relazione a tal punto da dare la vita per tutti. Festeggiare la Solennità della Trinità corrisponde a riconoscere che Dio si lega agli esseri umani proprio perché la sua stessa natura è quella della relazione tra le tre persone, una relazione tanto stretta da aprirsi fino a coinvolgere in quell’amore che dà vita ogni persona. Preghiamo Di giorno in giorno benedetto il Signore: Dal Salmo 67 (68) |
PUBBLICATO DOMENICA 4 giugno 2023
Del tuo Spirito è piena la terra
Domenica di Pentecoste
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. (At 2,1-2) Vento, tuono e fuoco, i segni dell’imprevedibilità e dell’inafferrabilità di Dio, scuotono la Preghiamo Manda la tua luce e la tua verità: (Sal 43,3) |
PUBBLICATO DOMENICA 28 maggio 2023
Spirito Santo, eterno amore
VII Domenica di PasquaEssi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro. (Lc 24,32-33) C’è anche una dimensione affettiva nel cammino di fede, c’è l’emozione di un incontro, la percezione dell’amore ricevuto e donato, il senso di un legame più forte di ogni ostacolo. Se ne accorgono anche i discepoli di Emmaus, che si ritrovano scaldati dentro dal tratto di cammino condiviso con lo sconosciuto viaggiatore. Riconoscere Gesù come il Salvatore non è solamente un’adesione dell’intelletto, non è legato al “ritener vero” qualcosa: la fede è un legame di amore, il senso di una reciproca appartenenza, la gioia della condivisione. Un ruolo decisivo poi lo giocano le Scritture, ci racconta Luca con questo episodio evangelico. Ritrovare le tracce di un amore seminato da sempre, costantemente custodito e alimentato, portato a compimento con il dono della vita in Gesù: questo scalda il cuore dei discepoli e consente loro di riprendere il cammino, in senso inverso, dalla tristezza alla gioia, verso Gerusalemme, con un dinamismo che credevano ormai perduto. Preghiamo Anche se vado per una valle oscura, (Sal 23,4)
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PUBBLICATO DOMENICA 21 maggio 2023
Seminare il bene secondo lo Spirito
VI Domenica di Pasqua«Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati.» (At 4,11-12) Se ci sentiamo, almeno un poco, “costruttori” in questo mondo, partecipi del compito di rendere almeno un poco più bella la storia; se ci sentiamo capaci di portare un contributo per lo sviluppo di questa umana convivenza; se riconosciamo di avere qualcosa da mettere al servizio anche degli altri: allora potremo dare il massimo e portare frutto e costruire futuro, prendendo sul serio le parole con cui Pietro si rivolge alle autorità del suo popolo. Ponendo Gesù, le sue parole e la sua vita a fondamento del nostro agire, allora lo spazio delle nostre possibilità si farà ampio e i nostri sforzi si inseriranno nel meraviglioso progetto del Padre, e le nostre fatiche non saranno vane. Molti lavorano per il regno di Dio, magari anche inconsapevolmente, perché spendono la propria vita generosamente e nell’amore; ma noi sappiamo, e a Gesù vogliamo continuare a guardare, perché lui è la salvezza per tutti, anche per chi non lo conosce, comunque. Ecco perché Pasqua è festa, sempre. Preghiamo Dio, tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, (Sal 18,36)
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PUBBLICATO DOMENICA 14 maggio 2023
Luce che raggiunge tutti
V Domenica di PasquaVi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del pomeriggio… (At 10,1-3a) Come Cornelio allora, ancora oggi ci sono uomini e donne che cercano Dio con cuore sincero, lungo strade differenti e percorsi religiosi diversi e con cuore aperto verso gli altri. E, come per Pietro e la prima comunità cristiana, può accadere anche al nostro essere Chiesa oggi di dubitare delle possibilità nuove a cui l’evangelizzazione ci apre, sospettando della vicinanza possibile con i “centurioni romani” del nostro tempo. Perché porre limiti allo Spirito di Dio? Perché pensare che non ci siano le condizioni perché la Buona Notizia possa far breccia nel cuore di altri? Perché pensare di non poter lasciare uno spiraglio a quella luce che vuole poter raggiungere tutti? C’è un’ora in cui lo Spirito di Dio può sorpassare le nostre aspettative e vincere le nostre paure: quelle «tre del pomeriggio», l’ora della Vita donata sulla croce, l’ora in cui un altro centurione si apre a riconoscere la presenza del Divino, sono invito a mai disperare della forza persuasiva del messaggio di Gesù, in ogni tempo, comunque, nonostante noi e le nostre titubanze. Preghiamo Signore, chi abiterà nella tua tenda? (Sal 15,1-2)
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PUBBLICATO DOMENICA 7 maggio 2023
La promessa del Signore
III Domenica di Pasqua
Si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. Erano in tutto circa dodici uomini. (At 19,5-7) A Efeso Paolo continua la predicazione della Buona Notizia anche ad alcuni discepoli del Battista; e come era accaduto agli apostoli, anche per loro lo Spirito si manifesta con vivacità e forza, attraverso i segni della Pentecoste, quei segni che – dobbiamo dirlo – oggi fatichiamo a ritrovare nella normale vita delle nostre comunità. Il ripresentarsi di quell’importante numero, il dodici, racconta l’ulteriore allargarsi della Via della salvezza, già aperta nella storia di fede del popolo di Israele e poi resa definitiva in Gesù: la promessa di Dio si rinnova, si compie, allarga gli spazi del suo compimento. È per tutti, non esclude nessuno, lascia tracce di festa. C’è da cercare, insieme, una rinnovata effusione dello Spirito sul nostro essere Chiesa, perché non vinca la ripetitività sterile delle nostre forme di appartenenza e sappiamo invece accogliere i segni sempre nuovi di Dio, che ci guida ai linguaggi nuovi con cui parlare nel nostro tempo, alle tracce della profezia di cui tanto abbiamo bisogno, alla festa di riconoscere il compimento delle promesse del Signore. Preghiamo Meravigliosa per me la tua conoscenza, Signore, (Sal 139,6-7)
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PUBBLICATO DOMENICA 23 aprile 2023