Tu rinnovi la faccia della terra
III Domenica dopo PentecosteIl Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire». La reazione comune nei confronti di un divieto è quella di percepire una diminuzione ingiusta della propria libertà. La sapienza biblica riconosce al contrario che sin dall’origine la volontà di Dio nei confronti degli esseri umani è ben differente: egli offre la possibilità di una vita piena, che non venga ridotta dall’esperienza del male. Preghiamo Tutti da te aspettano Dal Salmo 103 (104) |
PUBBLICATO DOMENICA 18 giugno 2023
Benedici il Signore, anima mia
II Domenica dopo PentecosteLi rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. (Sir 17,3-4.6-10) In questo brano per affermare la grandezza degli esseri umani si descrive quella di Dio e viceversa: nel progetto del Signore l’essere umano è una creatura che trova gioia nella misura in cui riconosce il suo legame con il Signore. Riconoscere i propri limiti, comprendere la differenza rispetto a Dio non è motivo di tristezza, né è segno di una mancanza. Al contrario, scoprire la gloria del Signore corrisponde a scoprire che essa è destinata a farsi dono per gli umani. Ciascuno ha gli strumenti per scoprirlo, per renderne grazie e farne tesoro. Preghiamo Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Dal Salmo 103 (104) |
PUBBLICATO DOMENICA 11 giugno 2023
Di giorno in giorno benedetto il Signore
Ss. TrinitàMosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione». Il Signore si presenta come colui che entra in relazione con gli esseri umani, egli non prende le distanze, ma si immerge nella storia. La possibilità di conoscerlo incontrandolo è portata a compimento nella storia di Gesù, quando una volta per sempre Dio si manifesta come colui che entra in relazione a tal punto da dare la vita per tutti. Festeggiare la Solennità della Trinità corrisponde a riconoscere che Dio si lega agli esseri umani proprio perché la sua stessa natura è quella della relazione tra le tre persone, una relazione tanto stretta da aprirsi fino a coinvolgere in quell’amore che dà vita ogni persona. Preghiamo Di giorno in giorno benedetto il Signore: Dal Salmo 67 (68) |
PUBBLICATO DOMENICA 4 giugno 2023
Del tuo Spirito è piena la terra
Domenica di Pentecoste
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. (At 2,1-2) Vento, tuono e fuoco, i segni dell’imprevedibilità e dell’inafferrabilità di Dio, scuotono la Preghiamo Manda la tua luce e la tua verità: (Sal 43,3) |
PUBBLICATO DOMENICA 28 maggio 2023
Spirito Santo, eterno amore
VII Domenica di PasquaEssi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro. (Lc 24,32-33) C’è anche una dimensione affettiva nel cammino di fede, c’è l’emozione di un incontro, la percezione dell’amore ricevuto e donato, il senso di un legame più forte di ogni ostacolo. Se ne accorgono anche i discepoli di Emmaus, che si ritrovano scaldati dentro dal tratto di cammino condiviso con lo sconosciuto viaggiatore. Riconoscere Gesù come il Salvatore non è solamente un’adesione dell’intelletto, non è legato al “ritener vero” qualcosa: la fede è un legame di amore, il senso di una reciproca appartenenza, la gioia della condivisione. Un ruolo decisivo poi lo giocano le Scritture, ci racconta Luca con questo episodio evangelico. Ritrovare le tracce di un amore seminato da sempre, costantemente custodito e alimentato, portato a compimento con il dono della vita in Gesù: questo scalda il cuore dei discepoli e consente loro di riprendere il cammino, in senso inverso, dalla tristezza alla gioia, verso Gerusalemme, con un dinamismo che credevano ormai perduto. Preghiamo Anche se vado per una valle oscura, (Sal 23,4)
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PUBBLICATO DOMENICA 21 maggio 2023
Seminare il bene secondo lo Spirito
VI Domenica di Pasqua«Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati.» (At 4,11-12) Se ci sentiamo, almeno un poco, “costruttori” in questo mondo, partecipi del compito di rendere almeno un poco più bella la storia; se ci sentiamo capaci di portare un contributo per lo sviluppo di questa umana convivenza; se riconosciamo di avere qualcosa da mettere al servizio anche degli altri: allora potremo dare il massimo e portare frutto e costruire futuro, prendendo sul serio le parole con cui Pietro si rivolge alle autorità del suo popolo. Ponendo Gesù, le sue parole e la sua vita a fondamento del nostro agire, allora lo spazio delle nostre possibilità si farà ampio e i nostri sforzi si inseriranno nel meraviglioso progetto del Padre, e le nostre fatiche non saranno vane. Molti lavorano per il regno di Dio, magari anche inconsapevolmente, perché spendono la propria vita generosamente e nell’amore; ma noi sappiamo, e a Gesù vogliamo continuare a guardare, perché lui è la salvezza per tutti, anche per chi non lo conosce, comunque. Ecco perché Pasqua è festa, sempre. Preghiamo Dio, tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, (Sal 18,36)
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PUBBLICATO DOMENICA 14 maggio 2023