Confesserò al Signore il mio peccato
IX Domenica dopo Pentecoste
Così dice il Signore: “Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che giacerà con loro alla luce di questo sole. Poiché tu l’hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole”». Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai». (2Sam 12,11-13) Si può rimanere stupiti per la rapidità con la quale il testo presenta il cambiamento della decisione del Signore. Quasi egli fosse volubile e le sue scelte leggere. Al contrario, tra il giudizio di condanna e quello, definitivo, di perdono, c’è un abisso, quello della libertà di Davide che riconosce il suo peccato e si converte. Quel fatto è l’unico scopo che si prefigge il Signore mandando a Davide il profeta Natan che parla al suo posto: la possibilità di suscitare la conversione. La salvezza di ogni essere umano dipende da quell’offerta, è sollecitata dalla grandezza del Signore per il quale il perdono non corrisponde a dimenticare la storia precedente, bensì a fondarne una nuova, di vita piena. Preghiamo Ti ho fatto conoscere il mio peccato, Dal Salmo 31 (32) |
PUBBLICATO DOMENICA 30 luglio 2023
Le mie labbra canteranno la tua lode
VIII Domenica dopo Pentecoste
Quando tutta la gente ebbe finito di attraversare il Giordano, il Signore disse a Giosuè: «Sceglietevi tra il popolo dodici uomini, un uomo per ciascuna tribù, e comandate loro di prendere dodici pietre da qui, in mezzo al Giordano, dal luogo dove stanno immobili i piedi dei sacerdoti, di trasportarle e di deporle dove questa notte pernotterete». (Gs 4,1-3) Il passaggio del Giordano non è un evento come gli altri, ma l’attestazione del fatto che il Signore accompagna il suo popolo. Per questo è bene farne memoria con un monumento. Le dodici pietre poste nel luogo del passaggio del fiume stanno a rappresentare ogni tribù, rimangono per ricordare a tutti che il Signore non ha escluso nessuno dall’alleanza con lui, ma l’intero popolo ha goduto dei suoi doni prodigiosi. La presenza delle pietre riunite insieme diventa anche un monito: come è possibile pensare che il Signore prediliga alcuni a scapito di altri se il dono da lui fatto ha raggiunto tutti? Preghiamo Ciò che abbiamo udito e conosciuto Dal Salmo 77 (78) |
PUBBLICATO DOMENICA 23 luglio 2023
Lo racconteremo ai nostri figli
VII Domenica dopo Pentecoste
Quando tutta la gente ebbe finito di attraversare il Giordano, il Signore disse a Giosuè: «Sceglietevi tra il popolo dodici uomini, un uomo per ciascuna tribù, e comandate loro di prendere dodici pietre da qui, in mezzo al Giordano, dal luogo dove stanno immobili i piedi dei sacerdoti, di trasportarle e di deporle dove questa notte pernotterete». (Gs 4,1-3) Il passaggio del Giordano non è un evento come gli altri, ma l’attestazione del fatto che il Signore accompagna il suo popolo. Per questo è bene farne memoria con un monumento. Le dodici pietre poste nel luogo del passaggio del fiume stanno a rappresentare ogni tribù, rimangono per ricordare a tutti che il Signore non ha escluso nessuno dall’alleanza con lui, ma l’intero popolo ha goduto dei suoi doni prodigiosi. La presenza delle pietre riunite insieme diventa anche un monito: come è possibile pensare che il Signore prediliga alcuni a scapito di altri se il dono da lui fatto ha raggiunto tutti? Preghiamo Ciò che abbiamo udito e conosciuto Dal Salmo 77 (78) |
PUBBLICATO DOMENICA 16 luglio 2023
Mostraci la tua gloria
VI Domenica dopo Pentecoste
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità». Il Signore disse: «Ecco, io stabilisco un’alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessuna terra e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l’opera del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te». (Es 34,9-10) Appena dopo aver consegnato a Mosè le tavole della legge il Signore ribadisce l’alleanza, annunciando che compirà meraviglie in favore del popolo di Israele. L’opera del Signore è dono totale, ma non lascia inerti gli esseri umani, la sua alleanza convoca tutti a vivere ogni giorno fedeli alla Legge. La preghiera di Mosè, infatti, termina chiedendo «fa’ di noi la tua eredità»: di generazione in generazione il popolo di Israele sarà legato al Signore. Preghiamo Ricordo i prodigi del Signore, Dal Salmo 76 (77) |
PUBBLICATO DOMENICA 9 luglio 2023
Cercate sempre il Suo volto
V Domenica dopo Pentecoste
Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». (Gen 11,1-3) La storia di Abramo, che dà inizio all’alleanza del Signore con il popolo di Israele, può essere considerata come quella di ogni essere umano e di ogni comunità: ci sono momenti fondamentali nei quali il rapporto tra il passato e il futuro è sproporzionato. Preghiamo È lui il Signore, nostro Dio: Dal Salmo 104 (105) |
PUBBLICATO DOMENICA 2 luglio 2023
Il Signore è il rifugio del giusto
IV Domenica dopo PentecosteIl Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. (Gen 6,5-8) In poche righe, la Scrittura definisce il volto del Signore: di primo acchito, seguendo la narrazione, parrebbe che il Signore possa realmente voler distruggere il genere umano. In fondo, però, quella è l’immagine che spesso donne e uomini si fanno di Dio, riducendolo ai loro criteri di giudizio, a unità di misura predefinite, a una forma di giustizia proporzionale. Invece, Dio sorprende, perchè è più grande di ogni attesa: certo il male commesso è ingente e la volontà di eliminarlo deve essere ugualmente radicale. Ciò non significa però che il Signore voglia prendere le distanze dalle sue creature: grazie a Mosè e alla sua discendenza nulla andrà perduto. Preghiamo Ecco, hanno tremato di spavento, dal Salmo 13 (14) |
PUBBLICATO DOMENICA 25 giugno 2023