Luce che raggiunge tutti
V Domenica di PasquaVi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del pomeriggio… (At 10,1-3a) Come Cornelio allora, ancora oggi ci sono uomini e donne che cercano Dio con cuore sincero, lungo strade differenti e percorsi religiosi diversi e con cuore aperto verso gli altri. E, come per Pietro e la prima comunità cristiana, può accadere anche al nostro essere Chiesa oggi di dubitare delle possibilità nuove a cui l’evangelizzazione ci apre, sospettando della vicinanza possibile con i “centurioni romani” del nostro tempo. Perché porre limiti allo Spirito di Dio? Perché pensare che non ci siano le condizioni perché la Buona Notizia possa far breccia nel cuore di altri? Perché pensare di non poter lasciare uno spiraglio a quella luce che vuole poter raggiungere tutti? C’è un’ora in cui lo Spirito di Dio può sorpassare le nostre aspettative e vincere le nostre paure: quelle «tre del pomeriggio», l’ora della Vita donata sulla croce, l’ora in cui un altro centurione si apre a riconoscere la presenza del Divino, sono invito a mai disperare della forza persuasiva del messaggio di Gesù, in ogni tempo, comunque, nonostante noi e le nostre titubanze. Preghiamo Signore, chi abiterà nella tua tenda? (Sal 15,1-2)
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PUBBLICATO DOMENICA 7 maggio 2023
La promessa del Signore
III Domenica di Pasqua
Si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. Erano in tutto circa dodici uomini. (At 19,5-7) A Efeso Paolo continua la predicazione della Buona Notizia anche ad alcuni discepoli del Battista; e come era accaduto agli apostoli, anche per loro lo Spirito si manifesta con vivacità e forza, attraverso i segni della Pentecoste, quei segni che – dobbiamo dirlo – oggi fatichiamo a ritrovare nella normale vita delle nostre comunità. Il ripresentarsi di quell’importante numero, il dodici, racconta l’ulteriore allargarsi della Via della salvezza, già aperta nella storia di fede del popolo di Israele e poi resa definitiva in Gesù: la promessa di Dio si rinnova, si compie, allarga gli spazi del suo compimento. È per tutti, non esclude nessuno, lascia tracce di festa. C’è da cercare, insieme, una rinnovata effusione dello Spirito sul nostro essere Chiesa, perché non vinca la ripetitività sterile delle nostre forme di appartenenza e sappiamo invece accogliere i segni sempre nuovi di Dio, che ci guida ai linguaggi nuovi con cui parlare nel nostro tempo, alle tracce della profezia di cui tanto abbiamo bisogno, alla festa di riconoscere il compimento delle promesse del Signore. Preghiamo Meravigliosa per me la tua conoscenza, Signore, (Sal 139,6-7)
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PUBBLICATO DOMENICA 23 aprile 2023
I segni della Risurrezione
IV Domenica di Pasqua
E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. (At 6,7) Luca, negli Atti, è insistente nel raccontare come il messaggio evangelico si diffonda, raccolga attenzione e adesione da un numero sempre più grande di persone, nonostante le ostilità e gli stessi impacci della prima comunità cristiana. Ci spiega come questa Buona Notizia abbia presa su persone di ogni ceto, con responsabilità e ruoli differenti nella società ebraica del tempo, a Gerusalemme prima e oltre i confini di Israele poi. Qual è il “segreto” di questo “successo”? Quali sono gli elementi di fascino che permettono l’aggregazione di così tante persone? Cosa ha permesso alla timida e incerta prima comunità di “incendiare” così rapidamente il mondo con il messaggio di Gesù? C’è una forza intrinseca che la Parola stessa possiede: non sono i discepoli, né i loro mezzi, e neppure il loro coraggio a fare la differenza; è qualcosa che appartiene alla dinamicità stessa della presenza di Dio, diffusa nella storia del mondo, nel cuore dell’umanità. È la paternità di Dio, è la vita di Gesù, è la libertà generosa dello Spirito a cambiare le cose. Preghiamo Loderò il Signore finché ho vita, (Sal 146,2-3)
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PUBBLICATO DOMENICA 30 aprile 2023
Luce sull'intera esistenza
II Domenica di Pasqua
Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. (At 4,13) Non genera un po’ di commozione leggere queste annotazioni di Luca, che in questo brano degli Atti ci presenta la fragile eppure efficace testimonianza degli Apostoli? Abbiamo davanti agli occhi un piccolo gruppo di persone povere di mezzi, incapaci di collegamenti teologici rilevanti, ma ricche della loro appassionata fiducia in Gesù, trasformate dall’incontro con lui, dall’esperienza della Pasqua, dalla Pentecoste. Ci viene tracciato il solco di una Chiesa piccola e irrilevante, ma capace di generare stupore, interrogativi. E soprattutto una Chiesa che rende visibile il messaggio di Gesù: si capiva bene che quelle povere persone erano state trasformate da quel Gesù che aveva percorso le strade di Palestina, e ne avevano assunto la fisionomia. Non c’è altro da cercare, se non questa somiglianza, questa luminosa trasformazione che avvicina i nostri tratti a quelli del Maestro e Signore di cui tanto parliamo. Semmai c’è da chiedersi se chi vede noi capisce a chi è legato tutto il nostro affaccendarsi e tutto il nostro rivestirci di strutture, organizzazioni, progettualità…
Preghiamo Amo il Signore, perché ascolta (Sal 116,1-2) |
PUBBLICATO DOMENICA 16 aprile 2023
Una nuova visione di tutte le cose
Risurrezione del SignoreMentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me». (At 1,4) Chi sa attendere, con fiducia e vivace vigilanza, ottiene di poter vedere come Dio sappia realizzare le sue promesse. Perché non c’è solo il travaglio, nel nostro cammino: c’è anche la gioia, possibile, luminosa, capace di rovesciare lo sguardo che posiamo sulle cose e sulla stessa nostra vita. Perché il peccato non ha l’ultima parola, e la vicenda storica di Gesù ha disegnato un nuovo percorso per l’umanità intera, Via inattesa e meravigliosa, che il Risorto ha confermato nell’esplosiva festa che è la Pasqua. Dopo il tempo di Quaresima, inizia per noi un’altra attesa, quella dello Spirito di Dio, che la Pentecoste rinnova per la nostra Chiesa. Si tratta, allora, di saper rimanere in questa festosa attesa, con gli occhi spalancati e vivi, perché i segni del compiersi del luminoso disegno del Padre, riaffidatoci dalle parole del Maestro e Signore Gesù, sono già tra noi, riconoscibili e promettenti, annuncio e insieme già inizio della festa cui tutti siamo chiamati, senza eccezioni. Preghiamo Alleluia. Lodate, servi del Signore, (Sal 113,1-2) |
PUBBLICATO DOMENICA 9 aprile 2023
Fede alla prova e gioia condivisa
Domenica delle Palme «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?» (Gv 11,56) La Domenica delle Palme ci permette di entrare in Gerusalemme per la Pasqua, ma anche nell’intimità della casa di Betània. C’è un clima di festa ma anche un presagio della morte, che pare offuscarlo. C’è un’offerta che nasce da una fede traboccante di amore e una domanda disonesta che vorrebbe contestarla o metterla alla prova. Chi sta fuori da questa casa ha una domanda legittima sul sedicente Messia. “Verrà alla festa?” Noi possiamo entrare nella settimana sfidando con umile ma sincero amore i dubbi e le perplessità sempre presenti nella nostra fede, o come spettatori e giudici freddi e distaccati, sempre pieni di presuntuose sicurezze: «Perché non si è venduto […] e dato ai poveri?» (Gv 12,5) La Chiesa, come Maria di Betània, offre il suo profumo e si inginocchia ai piedi di Gesù, che la lascia fare, per riempire poi Lui di sostanza questo profumo, e per offrire la vera gioia a tutti i discepoli. Preghiamo Una cosa ho chiesto al Signore, (Sal 27,4) |
PUBBLICATO DOMENICA 2 aprile 2023